Scoperta mutazione gene anti infarto e 'nuovo colesterolo'

Scoperta mutazione gene anti infarto e 'nuovo colesterolo'

Scoperta mutazione gene anti infarto e 'nuovo colesterolo'

Dai ricercatori dell'università di Verona

13 luglio, 19:19 da ANSA Salute & Benessere
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Identificata la mutazione genetica che protegge dalla cardiopatia ischemica (che provoca infarto, cosi' come la morta improvvisa e l'angina pectoris) e identificato una sorta di 'nuovo colesterolo', pericoloso come quello LDL perche' rimane a lungo nell'organismo. La scoperta, pubblicata il 3 luglio sul New England Journal of Medicine, frutto del lavoro di un Consorzio internazionale di ricerca coordinato dall'Università di Harvard e di cui fa parte l'università di Verona.

Secondo lo studio i soggetti portatori di queste varianti genetiche hanno un livello di trigliceridi nel sangue pari al 40% in meno dei non-portatori e un corrispondente 40% di rischio in meno di sviluppare patologie cardiache. Una caratteristica genetica che appartiene a una persona ogni 150.

La ricerca apre nuove prospettive terapeutiche della malattia coronarica. Finora la base fondante di tale terapia è rappresentata dalle Statine, farmaci in grado di abbassare drasticamente il colesterolo e in particolare il colesterolo Ldl. Dallo studio è emerso che solo una specifica parte dei trigliceridi è pericolosa, quella costituita dalla proteina chiamata apolipoproteina C3 (Apo C3). Infatti, quando ognuno di noi mangia, il pasto dall'intestino arriva al sangue una grande quantità di lipidi che devono essere eliminati. Questo avviene nel giro di circa due ore grazie all'azione dello spazzino il cui nome scientifico è Lipoprotein-lipasi (LPL).

Lo studio identifica così un nuovo bersaglio terapeutico, i trigliceridi ricchi di apoliproteina C3 che possono essere considerati un killer alla stregua del colesterolo LDL.

Potrebbero essere definitivi anche "l'altro colesterolo" in quanto sono ''goccioline di grasso'' che rimangono più a lungo in circolo favorendo così il danno allo stesso modo del colesterolo.

L'apporto del gruppo veronese in questo lavoro è stato particolarmente rilevante. È stato infatti recepito il lavoro che da anni si sviluppa a Verona all'interno del progetto "Verona Heart Study", la biobanca dell'Università di Verona che dal 1996 ad oggi ha raccolto i campioni biologici di oltre 2600 soggetti. L'unicità di questa biobanca non sta solo nella sua dimensione numerica ma soprattutto nell'essere composta dal Dna di pazienti che hanno avuto problemi cardio-circolatori lievi o gravi che in alcuni casi li hanno portati all'intervento chirurgico. Il lavoro condotto dal gruppo di ricerca scaligero ha anche delle ricadute pratiche, importanti in una ricerca genetica che può risentire dell'origine ancestrale della popolazione che ne è l'oggetto.

Dal momento che i dati sono stati ottenuti su soggetti originari della regione Veneto, i risultati possono essere biologicamente applicabili e direttamente rilevanti per gli individui della collettività locale e, più in generale, per la popolazione del nord Italia. 

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