Capelli, un rimedio anti-caduta Nuova cura contro l'alopecia areat

Capelli, un rimedio anti-caduta Nuova cura contro l'alopecia areat

Capelli, un rimedio anti-caduta Nuova cura contro l'alopecia areata

Il farmaco già esisteva. Una molecola per la cura delle malattie del sangue, appartenente alla famiglia degli immunosoppressori. Invece la malattia era senza cura: una delle forme più gravi di calvizie, l'alopecia areata. Si tratta di una vera patologia su base autoimmune che comporta la perdita parziale o totale dei capelli e spesso anche dei peli sul resto del corpo, compresi quelli di sopracciglia e ciglia. Una condanna con pesanti contraccolpi psicologici per chi in poche settimane vede cambiare completamente il proprio aspetto. Per sempre. Ma forse non sarà più così, grazie alla sperimentazione condotta da un gruppo di ricercatori della Columbia University Medical Center. Gli scienziati hanno messo a punto una cura che ha permesso a un ristretto campione di volontari di veder ricrescere completamente i capelli nel giro di 4-5 mesi.


La ricerca

Lo studio è pubblicato su Nature Medicine promette di rivoluzionare la terapia di una malattia che coinvolge ugualmente uomini e donne. Il 2% della popolazione, secondo le statistiche, soffre di alopecia areata, malattia causata da un difetto immunitario: i linfociti T, cellule-soldato che dovrebbero attaccare germi e batteri, si attivano invece contro i bulbi piliferi. Un attacco che ne determina il danneggiamento: il bulbo pilifero è incapace di dar vita a nuovi capelli. I ricercatori guidati da Raphael Clynes e Angela Christiano hanno cercato una terapia che potesse proteggere, come uno scudo, il bulbo da questa aggressione. Lo sguardo è caduto su una categoria di immunosoppressori, chiamati inibitori della chinasi, in grado di allentare la presa sui bulbi. Il farmaco efficace si chiama ruxolitinib e faceva già parte dell'armamentario farmacologico: viene utilizzato per la cura della mielofibrosi. La cura è riuscita sul gruppo di partecipanti: capelli e peli sono tornati in 16 settimane e sopratutto, dopo l'interruzione della cura, non sono più caduti. Adesso si tenterà su numeri più grandi per valutare efficacia e soprattutto sicurezza del farmaco. Bisogna, infatti, soppesare i benefici con gli effetti collaterali, ma se la sperimentazione darà i risultati sperati, la cura, afferma Clynes, “avrà un eccezionale impatto positivo sulla vita delle persone affette da questa malattia”.

 

di Cosimo Colasanto (19/08/2014)

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