Emicrania: variante genica implicata sarebbe servita all’uomo per adattarsi al freddo

Emicrania: variante genica implicata sarebbe servita all’uomo per adattarsi al freddo

Una comune variante genica legata all’emicrania potrebbe essersi sviluppata per rendere più facile ai nostri lontanissimi antenati l’adattamento ai climi rigidi del nord, consentendo loro di sopravvivere alle migrazioni verso zone più fredde. A suggerirlo è stato uno studio pubblicato su PLoS Genetics e coordinato da Felix Key, del Max Plank Insitute for Science of Human History di Lipsia, in Germania.

Un gene comune
Per lo studio, i ricercatori si sono concentrati su TRPM8, un gene coinvolto nella regolazione della capacità di rilevare il freddo, che sarebbe però anche associato al rischio di soffrire di emicrania. Questo gene aiuterebbe a controllare l’unico recettore noto che consente alle persone di rilevare e rispondere alle basse temperature. Secondo i ricercatori, una variante di TRPM8 sarebbe diventata sempre più comune nelle popolazioni che vivono in latitudini più elevate e climi più freddi, negli ultimi 25mila anni. Key e colleghi hanno infatti scoperto che una variante a monte di questo gene, e che può regolarlo, sarebbe presente, per esempio, nell’88% delle persone che vivono in Finlandia, rispetto a solo il 5% delle persone di origine nigeriana. “Il legame diretto tra sensazione di freddo ed emicrania è sconosciuto, ma entrambi sono legati al dolore, che potrebbe essere l’elemento comune”, ha ipotizzato Key.

Un possibile target per sviluppo nuovi farmaci contro l’emicrania
In ogni caso, l’esatta causa molecolare dell’emicrania è ancora sconosciuta e nelle popolazioni in cui la maggior parte delle persone è di origine nord-europea, solo circa il 10-15% soffre di emicrania, almeno secondo quanto sottolineato da Andy Weyer, della Pacific University di Forest Grove, in Oregon, che non era coinvolto nello studio. “Solo perché il DNA di una persone ha questa variante, non significa che soffrirà di emicrania”, ha spiegato Weyer. Le aziende farmaceutiche, intanto, starebbero lavorando proprio a farmaci contro l’emicrania che colpiscono TRPM8, ma i risultati di questo studio non cambieranno l’attuale pratica clinica per le persone che soffrono di emicrania, ha aggiunto l’esperto. I pazienti possono cercare di evitare gli attacchi di mal di testa riducendo lo stress o assumere antidolorifici. E anche “il freddo potrebbe però essere un fattore scatenante”, ha aggiunto Greg Dussor dell’Università del Texas di Dallas, per questo le persone a rischio dovrebbero forse proteggersi alle basse temperature.

Fonte: PLoS Genetics
di Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
torna alla pagina precedente
torna su