Telefoni cellulari e tumori: quale legame?

Telefoni cellulari e tumori: quale legame?

Per ora sono due le sentenze di giudici che hanno riconosciuto la correlazione tra uso eccessivo di cellulari e insorgenza di tumori. Ma la comunità scientifica non è d’accordo. “Pare che non sia vero tutto quello che abbiamo studiato perché un giudice ha deciso quali cose fanno male o quali no”, ha dichiarato con fermezza Roberto Moccaldi, presidente della Associazione Italiana Radioprotezione Medica e del Servizio Prevenzione e Protezione del Cnr aggiungendo che “i giudici prospettano realtà alternative che non hanno un riscontro scientifico”.

In letteratura, hanno sottolineato gli esperti, ci sono ormai decine di migliaia di studi sul tema, ma quelli principali, compresa una settantina di studi epidemiologici, non hanno trovato nessun nesso tra l’esposizione alle radiofrequenze di telefoni cellulari e antenne e patologie. “Lascia perplessi che ci siano sentenze così a fronte di argomenti su cui la comunità scientifica non ha emesso verdetti di plausibilità di nesso causa effetto – ha sottolineato Mauro Magnoni, presidente Airp – Questa è una cosa impropria e tipica del nostro paese. In altri paesi il magistrato non può scegliere a caso il perito a cui affidarsi”.

Sul tema, hanno affermato gli esperti, c’è una discrepanza tra la percezione del rischio, che è molto alta, e i risultati reali degli studi. “La scienza non può dare certezze – ha sottolineato Moccaldi – le conclusioni hanno margini di errore, ma siamo abbondantemente lontani da quella che si chiama ‘probabilità qualificata’, e non può bastare la sola possibilità di un nesso per prendere certe decisioni”.

Ad ogni modo, la motivazione della sentenza con cui il Tribunale di Ivrea ha condannato l’Inail a riconoscere a Roberto Romeo, assistito dallo studio legale torinese Ambrosio&Commodo, una rendita vitalizia da malattia professionale, parla chiaro. “Il rischio oncologico per i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki è stato individuato nella misura di 1,39 per tutti i tumori. Mentre il rischio individuato per un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari, secondo lo studio Interphone, è pari a una misura di 1,44”, si legge.

“Se nessuno osa porre in dubbio un nesso quantomeno concausale tra esposizione alle radiazioni provenienti da un’esplosione atomica e patologie tumorali – scrive Luca Fadda, giudice del Tribunale di Ivrea – non si vede perché non possa ritenersi analogamente sussistente questo medesimo nesso tra esposizione a radiofrequenze e tumori encefalici rari”, come quello che ha colpito Romeo. La sentenza ha stabilito quindi che esiste una correlazione tra il tumore al cervello, benigno ma invalidante di cui è affetto l’uomo, e l’uso “abnorme” del cellulare che Romeo, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2010, ha dovuto fare per lavoro. Sicuramente il dibattito non si fermerà qui.Fonte:Popular Science
torna alla pagina precedente
torna su