dacriocistorinostomia, chirurgia lacrimazione degli occhi

Intervento di congiuntivo-dacriocistorinostomia interna


a cura de Ospedale Evangelico Internazionale di Genova - Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto.


Quando occore eseguire l'intervento

Nel caso di ostruzione (stenosi) alta nelle vie lacrimali di deflusso, che causa lacrimazione (epifora), icanalini lacrimali presentano entrambi un'ostruzione di entità tale da non poter essere ricanalizzati con metodi incruenti.
E' quindi necessario eseguire un bypass fra la congiuntiva e la narice.
L'intervento, comunque, rimane una procedura elettiva (non urgente) e opzionale, in quanto non vi sono, tranne specifici casi, dei rischi rilevanti nel mantenere la situazione patologica di ostruzione. Chiaramente, l'intervento mira a risolvere un disturbo assai fastidioso quale quello dell'epifora.
L'intervento consiste nella creazione di in un collegamento diretto della mucosa del sacco lacrimale con quella del naso, dopo aver rimosso una piccola lamina ossea che separa la narice dall'orbita e aver introdotto un tubicino di Perspex o di Silicone.
Sarà questo tubicino che permetterà alle lacrime di passare dall'occhio al naso.
Il tubicino è a permanenza, cioè non viene asportato.
L'atto chirurgico viene eseguito elettivamente in anestesia generale (è possibile anche l'anestesia locale) e comporta una piccola ferita cutanea (circa 15 mm) suturata tra l'angolo interno della rima palpebrale e l'ala del naso.
In casi selezionati è possibile che l'intervento venga eseguito per via transcongiuntivale, senza incisione della cute.
La percentuale di successo dell'intervento di congiuntivo-dacriocistorinostomia è di circa il 75%.
Pertanto non si può garantire nel 100 % dei casi l'eliminazione della lacrimazione.
Da queste note appare chiaro come l'occhio non subisca alcun danno, essendo l'intervento prevalentemente nasale.

Complicanze

Qualsiasi intervento chirurgico prevede la possibilità di complicanze: interventi senza rischio non esistono e mai probabilmente esisteranno.
L'intervento di congiuntivo-dacriocistorinostomia, oltre alle complicanze generiche di ogni intervento (es. infezioni) prevede la rara possibilità di complicanze specifiche.
L'intervento può infatti essere complicato sia intraoperatoriamente che postoperatoriamente, e va ricordato come tali complicanze sono spesso favorite da predisposizioni del singolo paziente (es. ipertensione, alterazioni emoreologiche o coagulative).

Intraoperatoriamente si possono verificare:
  • Emorragie (relativamente rare).
    Le fonti di sanguinamento possono essere vasi cutanei, vasi angolari, vasi etmoidali, vasi nutritizi dell'osso e vasi della mucosa nasale. Viene riportata in letteratura anche l'eccezionale comparsa di emorragie orbitarie (quindi dietro l'occhio), che tuttavia non causano cali visivi.
  • Rottura di celle etmoidali con conseguente enfisema transitorio dell'orbita.
  • Lesione dell'inserzione del muscolo piccolo obliquo (eccezionale; descritta in letteratura).
  • Fuoriuscita di liquor cerebrospinale (eccezionale); in genere guarisce spontaneamente; sono descritti dei casi in cui è stato necessario l'intervento combinato di un neurochirurgo.
Postoperatoriamente si possono verificare, anche dopo interventi senza complicanze intraoperatorie:
  • Emorragia nasale (relativamente rara).
    Può intervenire nelle prime due settimane dopo l'intervento in forma leggera.
    Anche per tale motivo si sconsiglia di soffiarsi il naso vigorosamente.
    Molto rara è la possibilità di un'emorragia importante che richieda una consulenza otorinolaringoiatria.
  • Cicatrice ipertrofica.
    Normalmente la cicatrice cutanea tende ad essere indurita e lievemente rilevata per un periodo di circa tre mesi, dopo di che tende a scomparire.
    Possono essere di aiuto sia delle pomate emollienti dopo la rimozione delle suture (che avviene dopo circa 8 giorni) ed anche dei massaggi sull'ala del naso.
    Eccezionalmente, particolarmente in caso di predisposizione a cheloidi, l'incisione può dare luogo ad una cicatrice retrattile a corda d'arco od a tenda (pseudoepicanto).
    Altre complicanze sono possibili in presenza di particolari condizioni che rendono particolarmente complesso l'intervento (es. condizioni traumatiche, re-interventi).
    Questo tipo di intervento non costituisce una ricostruzione della situazione naturale, ma un bypass che si basa sulla presenza, pervietà e corretta posizione del tubicino.
    E' evidente che l'ostruzione dal lato congiuntivale o nasale, lo spostamento o la perdita del tubicino, possono costituire cause di insuccesso.
    In molti casi tuttavia il tubicino può essere disostruito o riposizionato.

Cosa fare dopo l'intervento

Dopo l'intervento il paziente verrà sottoposto a controlli oculistici comprensivi di lavaggio del lume del tubicino con una scadenza prefissata dal medico.
Questi controlli sono assolutamente necessari per valutare l'andamento dell'intervento.
La negligenza nel seguire la terapia postoperatoria e le scadenze dei controlli specialistici, possono influenzare il risultato ed essere causa di complicanze.

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