intervento di cataratta, linee guida intervento di cataratta con laser

Intervento di cataratta

Come fare una cataratta secondaria con Yag Laser - Autore : dott. Amedeo Lucente

Sembra facile ma non lo è affatto. In primo luogo quando farla e quali precauzioni prendere. L'esecuzione è necessaria se il visus è diminuito significativamente, cioè di almeno 3,4/10 dal possibile visus ottimale raggiungibile, valutabile con un esame completo dello stato visivo, con particolare attenzione alla macula. Con l'esame del visus per vicino si intuisce la potenzialità visiva della retina centrale, ma alcune volte non basta per capire cosa vedrà il paziente dopo lo Yag.

Il visus con foro stenopeico ci indica in qualche modo quanto potrà migliorare, ma le risposte devono essere ricercate con cura e pazienza, perchè il buio del foro demotiva il paziente, oltre alla difficoltà della centratura del foro sulla parte del campo pupillare meno inficiato dalle opacità capsulari; per questo è utile un foro modificato con un'apertura più grande di quella standard. Una volta deciso di intervenire, con la consapevolezza del paziente e dei parenti presenti alla visita dell'opportunità di intervenire, si possono instillare alcune gocce di Fans, alla maggior concentrazione in commercio (indometacina allo 0,5%), utile da continuare per più giorni (meglio due mesi), secondo il numero di colpi e dell'energia necessaria per la rottura della capsula, oltre a dilatare con tropicamide 1% l'apertura pupillare.

I Fans sono un aiuto importante antiedemigeno per la macula che potrebbe subire, per i movimenti vitreali secondari al venir meno del diaframma capsulare, una variazione del suo volume al polo posteriore. Se la capsulotomia è già decisa e programmata, prescrivo il Fans alcune settimane prima dell'esecuzione dello Yag una goccia x 2 volte al di. E' bene, prima d'iniziare la capsulotomia, cercare la presenza di un'eventuale donesi della IOL, che impedirebbe ogni procedura ulteriore, per evitare dislocazioni o cadute in cavità vitreale della IOL dopo lo Yag.

E' più semplice iniziare ad ore 12 con colpi ad una distanza tale da rompere la capsula posteriore senza formare ponti intermedi, usando meno energia possibile, portati ad ogni ora di orologio, non trattando l'ultima parte ad ore 6, in modo che il residuo capsulare non sia completamente libero in vitreo. La capsula, una volta rotta, potrebbe restare aderente ad una ialoide integra in campo pupillare, prima di adagiarsi inferiormente, con perplessità ed incertezza sull'efficacia del trattamento intrapreso. E' consigliabile attendere qualche minuto prima di insistere con altri colpi Yag, mantenendo il paziente con posizione eretta del capo, e verificare se si renderà completamente libero il campo pupillare per gravità. Se si è rotta bene tutta la capsula per almeno 340°, lasciando non trattato un arco di 10-20° ad ore 6, in assenza di eventuali tralci vitreali che potrebbero trattenere la capsula superiormente, il campo pupillare si renderà presto libero per un visus ottimale.

Se si formano tralci tenaci che non si staccano spontaneamente dopo una breve attesa, come al contrario più spesso avviene, bisogna tagliarli con cautela e precisione, con potenze Joule minori, facendo attenzione a mettere bene a fuoco lo spot guida dell'elio-neon, HeNe, aiutati dalla transilluminazione; è utile individuare le briglie più tenaci e tagliarle secondo le linee di maggior forza rispetto alla capsula ancora sospesa. Rifare infine il visus, visionare la camera anteriore e posteriore per eventuale Tyndall e tonometrare nuovamente, sono tutti controlli utili per soddisfare il paziente e per rendere più sicura e monitorata la procedura. I moderni Yag hanno la possibilità di defocalizzare il raggio laser per non intaccare la IOL, ma essere completamente "puliti" non è semplice. Se i colpi si portano in periferia non ci sono mai problemi per il visus; non ho mai constatato depauperamenti visivi, anche con IOL molto intaccate centralmente dalla procedura YAG. Se si facesse un'aberrometria si potrebbero trovare facilmente danni qualitativi iatrogeni indotti al visus. Controversa è l'opinione se usare o meno una lente a contatto nell'esecuzione della capsulotomia. Per anni ho eseguito Yag laser senza lente a contatto.

Da quando ho acquistato il nuovo Yag eseguo con soddisfazione e più facilmente le capsulotomie con l'uso di una lente a contatto per segmento anteriore in dotazione dello strumento. Le due modalità si eguagliano; con l'esperienza direi che con una lente a contatto corneale si può meglio gestire il paziente nei movimenti oculari, si elimina l'ammiccamento e si è maggiormente in sicurezza. Per gli occhi infossati o con pazienti poco collaboranti l'ausilio della lente diventa una condizione indispensabile. E' opportuno eseguire una capsulotomia di almeno 4 mm di diametro; fare tagli con diametri maggiori potrebbe modificare la stabilità della IOL; diametri piccoli, per contro, apportano aberranze notturne al paziente e non permettono l'eslorazione oftalmoscopica della periferia retinica. Una procedura Yag corretta necessita solitamente di non più di 30 colpi a 2 milli-Joule a colpo, intensità che personalmente uso più spesso, oltre a colpi sotto dosati per le eventuali briglie vitreali presenti. Dipende dalla durezza della opacizzazione della capsula che a volte può essere interrotta con minore energia. Altre volte si può verificare, nei casi avanzati, che la capsula, seppur completamente rotta, resti in area ottica. In questo caso bisogna aspettare e evidenziate le briglie vitreali che trattengono il lembo della capsula e con minime intensità tagliarle azzerando la distanza della messa a fuoco dello spot dell Yag. In secondarie tenaci i colpi saranno più numerosi, l'intensità sarà maggiore e il pericolo di trazioni vitreali iatrogene aumenta sensibilmente. E' opportuno, specie in questi casi, visionare la retina periferica e la macula a fine trattamento, per evidenziare eventuali problematiche trattive, che si potrebbero instaurare subito o a distanza. Naturalmente fate firmare il consenso informato secondo normative SOI, per ogni evenienza avversa descritta in letteratura. Associare una fotografia del segmento anteriore prima e dopo il trattamento, può costituire una prova della necessità terapeutica della procedura e del buon esito finale dello Yag, oltre ad un utile documento medico-legale. Buona capsulotomia.

E' apparso su EUROTIMES del novembre 2012 volume 17 un'ampia discussione su come praticare la capsulotomia Yag laser molto interessante alla quale vi rimando.

Video dell'Intervento di Cataratta del Dott. Marco Verolino

Presentazione Dott. Marco Verolino

Cataratta Milky White

Cataratta Senile



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Intervento di cataratta (scelta del chirurgo)

Ricorrere ad un intervento chirurgico agli occhi è qualcosa che nessuno fa con piacere; se proprio c'è un'esigenza dovuta alla presenza di patologie più o meno gravi (cataratta,glaucoma, patologie corneali,patologie retiniche) occorre per lo meno saper scegliere bene il chirurgo e la struttura a cui appoggiarsi.

La scelta del chirurgo oculista non è sempre facile anche se è favorita dal gran numero di informazioni oggi disponibili nei Centri Oculistici, privati e non, presenti in Italia e sui medici chirurghi che ci lavorano.
In realtà, l'eccessivo numero di indicazioni e consigli, spesso in contraddizione tra loro e provenienti da soggetti diversi e più o meno informati (medico di famiglia, amici, parenti,mass-media), possono generare confusione e rendere questa scelta molto difficile.

E' utile, quindi, per orientarsi, seguire alcuni criteri essenziali successivamente elencati:
  • Accertarsi dell'esperienza del chirurgo, del numero di interventi effettuati, del grado di specializzazione raggiunto: molti chirurghi oculisti, per esempio, scelgono di dedicarsi alla chirurgia del segmento anteriore (cataratta , chirurgia rifrattiva, trapianto di cornea, glaucoma) oppure del segmento posteriore dell'occhio (chirurgia vitreo-retinica) proprio per raggiungere la manualità ed il grado di esperienza ottimale per gli uni o per gli altri interventi, più difficile da ottenere praticando la totalità degli interventi chirurgici oculari.
  • Ricorrere ai chirurghi più aggiornati, che abbiano partecipato ad un certo numero di congressi nazionali ed internazionali, che abbiano pubblicato libri e/o articoli scientifici e che sappiano pertanto proporre al paziente le più recenti tecniche chirurgiche; l'oculistica,infatti, è in costante progresso e le tecniche chirurgiche si evolvono molto repentinamente; è necessario perciò evitare il rischio di essere sottoposti ad interventi chirurgici non più attuali.
  • Una buona indicazione del modo di lavorare del chirurgo e della sua equipe viene dato anche dalla visita medica preoperatoria; la moderna chirurgia per fornire risultati ottimali deve essere preceduta da un attento e accurato esame dell'occhio; esso deve consentire al medico, attraverso l'esecuzione di numerosi e differenti accertamenti specialistici, di valutare le condizioni dell'occhio e stabilire l'idoneità all'intervento; quindi, una visita ben fatta è un buon indice che verrà anche fatto un buon intervento.
  • Informarsi con molta attenzione sull'intervento chirurgico proposto; cioè sui vantaggi ma anche sugli inconvenienti e sui possibili rischi; leggere, con molta attenzione, il consenso informato; oltre ad una spiegazione dell'intervento che verrà eseguito, esso deve descrivere anche le complicazioni, sia quelle importanti che quelle meno rilevanti; comunque, il paziente deve chiedere al medico le informazioni ritenute necessarie e cercare di chiarire eventuali dubbi; le risposte devono essere complete ed esaurienti.
    I Centri Oculistici più organizzati, oltre a mettere a disposizione dei pazienti gli opuscoli informativi su tutte le patologie trattate, forniscono ogni spiegazione attraverso un approfondito colloquio.
  • Struttura privata o pubblica? Quale struttura fra quelle pubbliche?
    Certamente è preferibile quello dove si eseguono molte chirurgie oftalmiche, dove ci sia un' equipe ben strutturata e aggiornata, dove si esegua chirurgia ambulatoriale.
    Nella scelta incide senz'altro anche il costo dell'intervento. Chi vuole spendere poco o nulla trova nella struttura pubblica la sede idonea dell'intervento; occorre, comunque accertarsi di essere operati dal chirurgo prescelto e non da un altro, magari meno esperto.
    In ambienti privati, il paziente è certo che verrà operato dal chirurgo prescelto e può preferire la data dell'operazione, cosa che può essere utile anche per ridurre al minimo l'assenza dal lavoro; inoltre, egli riceve un'assistenza più personalizzata.
Fonte : www.camospa.it
Altre notizie sull'intervento di cataratta: interventodicataratta.it

Prostata e Cataratta

I risultati di un nuovo studio rafforzano la necessità che, i pazienti che assuono Omnic® e Pradif® (tamsulosina) per il trattamento dell'ingrossamento della prostata e di problemi urinari, debbano informare il proprio oculista circa il loro utilizzo di questo farmaco prima di un intervento chirurgico agli occhi. La raccomandazione viene dall'American Academy of Ophthalmology e dalla Società Americana di Chirurgia della cataratta e rifrattiva (ASCRS) e aggiorna quanto era stato già reso noto nel 2006. Il nuovo studio, pubblicato lo scorso mese nel Journal of American Medical Association, ha rilevato che gli alfa-bloccanti (Omnic e Pradif in Italia) aumentano il rischio di alcune complicanze durante gli interventi chirurgici per cataratta.

Raccomandazione per i pazienti: uomini e donne I pazienti che assumono alfa-bloccanti o prendono in considerazione l'ipotesi di assumere alfa-bloccanti, dovrebbero essere consapevoli del fatto che i farmaci possono aumentare la difficoltà di un intervento chirurgico di cataratta. Anche se L'Omnic ed il Pradif sono in gran parte prescritti agli uomini per il trattamento dell'ingrossamento (ipertrofia) della prostata, ci sono anche alcune donne che assumono il farmaco per il trattamento di problemi di ritenzione urinaria. Altri alfa-bloccanti sono usati per trattare l'ipertensione (Cardura, Minipress).

È importante che i pazienti informino il proprio oculista se sono in corso di trattamento con alfa-bloccanti, come Pradif e Omnic, o lo hanno fatto in passato. Una volta informato, l'oculista può prevedere alcuni problemi e decidere di utilizzare tecniche chirurgiche differenti che consentano, comunque, di raggiungere ottimi risultati. I pazienti non devono decidere di cessare autonomamente l'assunzione di farmaci per la prostata / alfa-bloccanti senza consultare il proprio medico generico o il proprio urologo.

Prima di ricevere per la prima volta la prescrizione di un farmaco alfa-bloccante, i pazienti che sono già affetti da cataratta devono sapere che questi farmaci potranno successivamente complicare l'operazione di cataratta. Per questo motivo, sarebbe opportuno consultare il proprio oculista in merito, in modo da decidere anche su quale possa essere il momento migliore per sottoporsi ad intervento di cataratta.

"Ci sono molti fattori che un medico deve valutare nella scelta di un farmaco per il trattamento dell'ingrossamento della prostata", ha dichiarato il dottor David F. Chang, uno dei ricercatori che hanno identificato per la prima volta l'effetto che può avere l'Ominic nell'intervento per cataratta. "I chirurghi oculisti sono in grado di fornire ulteriori consigli su come l'Omnic ed il Pradif potrebbero incidere nei pazienti sui rischi per la chirurgia oculare, e se possa essere consigliabile l'interruzione, la procrastinazione o il divieto di assumere il farmaco".

E' anche importante ricordare, per non allarmare i pazienti già in terapia con Omnic e Pradif, che essi possono avere risultati eccellenti sottoponendosi ad intervento per cataratta, a patto che il loro oculista che esegue l'intervento venga avvisato. "Anche assumendo Omnic e Pradif, il rischio di gravi complicanze chirurgiche nell'intervento per cataratta è molto basso, ed i pazienti non devono per questo evitare o ritardare l'intervento chirurgico", ha detto il dottor Chang.

Informazioni di base La cataratta e l'ipertrofia (ingrossamento) della prostata sono condizioni che diventano molto comuni col passare degli anni. La cataratta è una progressiva opacizzazione del cristallino, una piccola lente che si trova negli occhi, ed è la più comune causa di peggioramento della vista legata all'invecchiamento. Gli oculisti trattano la cataratta chirurgicamente rimuovendo il cristallino naturale opacizzato e sostituendolo con un cristallino artificiale trasparente.
Le informazioni sono fornite dal Centro Oculistico Pascotto

Linee guida per la cataratta

di Prof. Umberto Merlin. Specializzato in Oculistica, Libero docente in Ottica Fisiopatologica - Rovigo

Il Consiglio Direttivo SOI delibera l'elenco degli esami oculistici preliminari consigliati per interventi della cataratta e chirurgia rifrattiva per qualsiasi struttura Pubblica o privata (convenzionata o accreditata).

Per l'intervento di cataratta, eseguita con qualsiasi tecnica e qualsiasi strumento:
  1. visita oculistica completa (comprendente anamnesi, refrazione, visus corretto, tonometria, esame degli annessi e del segmento anteriore).
  2. Biomicroscopia corneale (che comprende esame alla lampada a fessura, conta endoteliale). Oftalmoscopia (che comprende l'oftalmoscopia propriamente detta quando è possibile esplorare il fondo oculare, altrimenti esami per valutare la funzionalità e posizione della retina come elettroretinografia e l'ecografia.
  3. Ecobiometria oculare (indispensabile per calcolare il potere della lente intraoculare da impiantare).
Per la chirurgia rifrattiva con laser ad eccimeri :
  • visita oculistica completa (comprendente anamnesi, refrazione, visus corretto, tonometria, esame degli annessi e del segmento anteriore).
  • Pupillometria (lo strumento a disposizione del centro).
  • Oftalmoscopia (che comprende l'oftalmoscopia propriamente detta per una valutazione della papilla e del fondo oculare).
  • Pachimetria oculare (per accertare la fattibilità della correzione con il laser).
  • Topografia corneale (per accertare eventuali situazioni o conformazioni corneali controindicanti l'intervento).
  • Aberrometria (necessaria per i laser che hanno in dotazione un programma di ablazione personalizzata).
Linee guida approvate con delibera del Consiglio Direttivo in data 19-6-2004

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Data ultimo aggiornamento pagina: 10/05/2017


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