esame della vista con tavola ottotipica - test sul daltonismo - test di ishihara

esame della vista con tavola ottotipica

Esame della vista con tavola ottotipica

tavola ottotipica Grazie alla nostra tavola ottotipica virtuale potrete misurare in decimi la vostra acutezza visiva.

Ricordate che questo test non puo' in nessuna maniera sostituire la visita oculistica e cogliamo l'occasione di ricordarvi di eseguirla periodicamente almeno una volta ogni sei mesi.
Questo test e' valido se effettuato su monitor 17 pollici con risoluzione 1024x768.
Istruzioni per effettuare il test :
  • Scegliete una stanza ben illuminata
  • Non eseguite il test se siete stanchi
  • Mettetevi ad una distanza di tre metri
  • Effettuate il test senza elementi di correzione visiva (lenti a contatto e occhiali)
  • Coprite prima un occhio e poi l'altro, senza comprimerli, durante il test per verificare l'effettivo visus prima di un occhio e poi dell'altro
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Test di Ishihara - Test daltonismo

La retina è sensibile alle radiazioni luminose con lunghezza d'onda compresa fra 380 e 770 nanometri.
A livello maculare ci sono 3 differenti gruppi di coni ciascuno sensibile ai tre colori fondamentali: il rosso, il verde e il blu.
Nello spettro del visibile distinguiamo 7 colori pincipali, ognuno con una determinata lunghezza d'onda: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancio, rosso. L'uomo è in grado di individuare n° 150 tonalità differenti.
Le Tavole di Ishihara vengono in genere utilizzate per la rilevazione del daltonismo e delle acromatopsie.
Il test di Ishihara è un insieme di tavole ripiene di cerchietti di colore diverso ma a medesima luminosità. Il soggetto esaminato deve riconoscere numeri, o percorsi che risultano evidenti a chi possiede un normale senso cromatico ma difficili o impossibili da riconoscere per chi non vede bene i colori.
Queste tavole sono utili per diagnosticare difetti congeniti della visione dei colori soprattutto per l'asse rosso/verde.
Sono 38 tavole contenute in un libro di pagine a sfondo nero. Riportano dei numeri, dei percorsi da seguire con la matita per i bimbi o gli illetterati e delle tavole di confusione, dove solo chi presenta una visione cromatica alterata vede dei numeri.
La prima tavola contiene il numero 12 e non è pseudoisocromatica. Serve per dimostrare il test e viene letta anche da chi vede male i colori.
Dalla tavola 2 alla tavola 17 i numeri vengono letti male o per nulla da chi presenta anomalie della visione dei colori nell'asse rosso/verde. Nelle tavole 18-21 non sono contenuti numeri, che invece vengono letti da chi presenta una deficienza rosso/verde. Le tavole 22-25 sono le più interessanti, in quanto permettono di distinguere la vera cecità per un colore (protanopia o deuteranopia a seconda che sia per il rosso o per il verde) dalla cecità parziale (protanomalia o deuteranomalia). Dalla tavola 27 alla 38 i numeri sono sostituiti da percorsi per gli illetterati, con lo stesso significato della lettura dei numeri.
Queste tavole vanno lette a una distanza di lettura di 30-40 cm con la correzione per vicino in alcuni soggetti e con una illuminazione adeguata. E' possibile eseguire il test sia in mono che in binoculare.
I difetti congeniti sono sempre binoculari.
I difetti acquisiti (es. Distrofia dei coni) possono essere monoculari.

E' da premettere che, il test qui di seguito può essere effettuato per valutare con un livello generico quello che potrebbe risultare un deficit del senso cromatico.
Si precisa che per una valutazione accurata e professionale, si consiglia a chiunque noti una carenza visiva dopo l'esito di questo test di sottoporsi a visita medica.
Inoltre si precisa che i colori del vostro schermo potrebbero alterare la percezione cromatica delle tavole, per questo tutti i test effettuati on-line possono non essere completamente veritieri.


Test di Ishihara

tavole 1-2 tavole 3-4 tavole 5-6 tavole 7-8 tavole 9-10 tavole 11-12
tavole 13-14 tavole 15-16 tavole 17-18 tavole 19-20 tavole 21-22 tavole 23-24
tavole 25-26 Lettura dei risultati

Lettura dei risultati

Numero tavola Visione normale Discromatopsia congenita di tipo protane (vermiglio) o deutane (verde) Capacità visiva gravemente compromessa
1 12 12 12
2 8 3 x
3 6 5 x
4 29 70 x
5 57 35 x
6 5 2 x
7 3 5 x
8 15 17 x
9 74 21 x
10 2 x x
11 6 x x
12 97 x x
13 45 x x
14 5 x x
15 7 x x
16 16 x x
17 73 x x
18 x 5 x
19 x 2 x
20 x 45 x
21 x 73 x


DISCROMATOPSIA CONGENITA
PROTANE (vermiglio) DEUTANE (verde)
forma grave forma lieve forma grave forma lieve
22 26 6 (2) 6 2 (2) 6
23 42 2 (4) 2 4 (4) 2
24 35 5 (3) 5 3 (3) 5
25 96 6 (9) 6 9 (9) 6


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Ortocheratologia e Vista

tavola ottotipica L’ortocheratologia è sicuramente una delle frontiere più interessanti riguardanti le lenti a contatto, ne abbiamo parlato con Bergamo Salute. Le limitazioni dovute a difetti della vista sono spesso un ostacolo alle normali attività che svogliamo ogni giorno. Al lavoro, nello studio, nello sport, una vista non perfetta può disturbare le performance. Si ricorre allora all’ausilio degli occhiali o delle lenti a contatto che però possono provocare fastidi o essere comunque mal tollerati, anche per motivi estetici. Cosa fare allora? Una soluzione è rappresentata dalle lenti per ortocheratologia: si indossano mentre si dorme e si tolgono quando ci si sveglia. Il risultato? Si vede bene ad occhio nudo per tutta la giornata. Ma come è possibile? Ne parliamo con Giovanni e Roberto Viscardi, ottici optometristi di Ottica Skandia, negozio in cui è possibile trovare una vasta scelta di lenti a contatto per tutte le esigenze, tra cui anche quelle cosiddette a “geometria inversa” usate nell’ambito dell’ortocheratologia.

COME FUNZIONANO L’ORTOCHERATOLOGIA E QUESTE LENTI?

L’ortocheratologia è una tecnica non chirurgia e non invasiva per la riduzione reversibile della miopia, di alcuni casi di astigmatismo, di ipermetropia e di presbiopia, mediante lenti a contatto particolari, dette a “geometria inversa”. Si tratta di lenti gas permeabile, da mettere di notte, studiare per permettere un effetto di modellamento del profilo corneale e rimanere ben centrate sull’occhio anche con la palpebra chiusa, senza danneggiare la superficie dell’occhio. Mentre si indossano si vede bene come se si portasse una lente correttiva convenzionale. Quando si rimuovono si continua a vedere bene anche a occhio nudo grazie all’effetto di modellamento avvenuto. In pratica la lente lascia la sua impronta consentendo una visione ottimale anche quando si tolgono le lenti; una volta interrotto l’uso di queste lenti; una volta interrotto l’uso di queste lenti, l’occhio, in breve tempo, ritornerà nelle sue condizioni iniziali.

MA E’ UNA TECNICA SICURA?

L’uso di qualsiasi tipo di pente a contatto è sicuro solo se ci si sottopone a una visita specialistica del medico oculistico e a controlli periodici e si rispettano scrupolosamente le regole di utiizzo e di igiene indciata dell’ottico optometrista. L’uso di lenti per ortocheratologia non comporta rischi sostanzialmente maggiori rispetto alle lenti convenzionali.

IN QUALI CASI IN PARTICOLARE E’ INDICATA?

migliori risultati si possono ottenere per miopie fino a 6 diottrie; per astigmatismi, presbiopie e ipermetropie ci sono comunque discreti risultati. L’applicazione di lenti per ortocheratologia è controindicata invece in condizioni oculari che non consentono l’uso di lenti a contatto convenzionali.

DOPO QUANTO SI OTTENGONO I PRIMI BENEFICI E QUANTO DURA IL MIGLIORAMENTO?

Già dopo la prima notte di utilizzo delle lenti si possono notare risultati. I temi per ottenere risultati durevoli per tutta la giornata variano da soggetto a soggetto, a seconda dell’ametropia da correggere.
Data ultimo aggiornamento pagina: 17/01/2018
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