osservazioni medico oculistiche - Attacco aereo dell’Iran ad Israele e il simbolismo delle armi

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15/04/2024 - Attacco aereo dell’Iran ad Israele e il simbolismo delle armi


Ma La dimostrazione della forza militare è una delle modalità per evidenziare la propria potenza, la propria determinazione e, in condizioni di conflitto, l’avversità verso uno stato o verso un popolo. Nella Storia esempi di dimostrazioni di forza sono le grandi parate militari nei momenti di pace, o gli spiegamenti di truppe sui campi di battaglia prima dello scontro nei momenti di guerra. Anche la corsa alle armi nucleari è un modo per testimoniare la propria potenza, per destare timore, pretendere rispetto, per affermare la superiorità militare e, per molti versi, per impedire indirettamente belligeranze avverse. Questo attacco dell’Iran, annunciato per tempo al mondo e ad Israele, attuato in grande stile, il primo con così tanti mezzi, sposa pienamente e in modo plateale questa strategia.

  È una dimostrazione teatrale di forza che ha come obbiettivo far intendere che si è pronti alla guerra, pur non volendola veramente e, oltretutto, sapendo di fallire, di avere un insuccesso. L’annuncio dato con largo anticipo, i droni decollati da così lontano con una velocità di crociera relativamente lenta, da 180/200 Km ora, facilmente abbattibili per un sistema antimissilistico sofisticato come quello di Israele, hanno favorito inesorabilmente una sconfitta messa in conto dalla nazione degli Ayatollah.

  Sono stati sacrificati volutamente 300/350 tra droni e missili per un costo di alcuni milioni di dollari al solo fine di rappresentarsi come potenza militare, far sapere che si è in grado di rispondere, per dichiarare ai propri alleati e al popolo iraniano, prima che ai propri nemici, di non essere disposti a tollerare sopraffazioni ed essere forti e pronti alla guerra. È stata tutta una messa in scena permessa dalla politica statunitense, come alcuni commentatori internazionali sospettano, visto gli scarsi o nulli risultati ingiustificabili per l’enorme mole degli ordigni inviati, la loro simultaneità e disparità dei luoghi di partenza?

   Tutto un terrificante teatrino per bloccare indirettamente Tel Aviv dal proseguire la campagna militare su Gaza che conta già migliaia di morti ed il progressivo isolamento politico internazionale di cui il governo di Israele non si vuol rendere conto? Ci sarà la reazione da parte di Israele? Gli scenari bellici sono del tutto aperti.

   Se ci sarà una risposta, e tutto fa presupporre di sì, e sarà simbolica e limitata, le scaramucce potranno continuare senza portare altri irrimediabili allargamenti del conflitto; se invece Israele si lancerà in un contrattacco su larga scala, improbabile perché impegnata a Gaza e per lo stop degli Stati Uniti, lo scenario internazionale si complicherà ulteriormente. Con gli Stati Uniti e la Cina, veri protagonisti della politica militare mondiale, in questa fase poco dialoganti, i veri vincitori saranno come al solito le industrie delle armi, sempre trionfanti in ogni umano conflitto.

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