Influenza: medici, no a pronto soccorso per una semplice febbre

Influenza: medici, no a pronto soccorso per una semplice febbre

BY: SANITÀ PUBBLICA | REDAZIONE DOTTNET | 12/12/2022 17:17

De Iaco: "Situazione al limite nei pronto soccorso da nord a sud Italia sotto la pressione di un’epidemia influenzale anticipata e con un numero molto alto di contagi". Scotti (Fimmg): "C'è stata una rapidissima crescita dell'incidenza di sindrome simil-influenzale".

A fronte di una situazione già critica e in vista di settimane che saranno sempre più difficili, dai medici dell’Emergenza Urgenza arriva un appello ai cittadini: “per sintomi influenzali che durano da tre giorni, a meno che non si abbiano particolari fragilità, è sconsigliabile rivolgersi al pronto soccorso”.

La ‘richiesta di aiuto’ arriva da Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza (Simeu) che denuncia all’Ansa la situazione “al limite” nei pronto soccorso da nord a sud Italia, “sotto la pressione di un’epidemia influenzale anticipata” e con un numero molto alto di contagi.

“Spesso – spiega – persone adulte, che non trovano risposta sul territorio, prese dal panico per una febbre alta o mal di testa che durano da tre giorni, si rivolgono al pronto soccorso. Ma così facendo vanno incontro a lunghe attese e rischiano di contagiarsi con altri virus. Il medico di famiglia è la figura più adatta cui rivolgersi, tenendo anche conto che la febbre in caso di influenza, è normale che possa durare cinque giorni”.

C’è però un altro modo in cui i cittadini possono contribuire, ovvero vaccinarsi contro l’influenza. La vaccinazione è gratuita e raccomandata per over 60enni, malati cronici, donne incinta bimbi da 6 mesi a 6 anni e operatori sociosanitari, ma è consigliata anche al resto della popolazione. “Chi ancora non lo ha fatto – afferma De Iaco – può aderire alla campagna vaccinale, con buone probabilità di evitare le complicanze della malattia e anche conseguenti accessi impropri in ospedale”.

Ondata influenza iniziata 3 settimane fa - La situazione, precisa De Iaco, "è drammatica un po' ovunque non più localizzabile solo in Regioni come Lazio, Sardegna, Piemonte, Campania, Lombardia, ma anche in Veneto, Emilia Romagna Toscana o Friuli Venezia Giulia", spiega De Iaco. Per l'influenza, l'ondata è iniziata circa 3 settimane fa: "Hanno cominciato ad arrivare in pronto soccorso prima i bambini, ma ora si sta alzando l'età, che aumenterà durante le feste, tradizionale momento di scambio di virus tra generazioni". Rispetto al normale andamento delle epidemie da virus influenzali, quest'anno siamo in anticipo di circa un mese. Vediamo numeri che                    pre-pandemia si raggiungevano a metà gennaio". 

Aumento circolazione del Covid - A questo si aggiunge l'aumento della circolazione del Covid, che va ben oltre i numeri ufficiali certificati dalla positività al tampone. "Molti arrivano con sintomi influenzali in pronto soccorso e scopriamo che è Covid solo al momento del tampone. D'altronde, i sintomi oggi sono indistinguibili. E per i positivi abbiamo difficoltà a trovare spazi e personale per l'isolamento". 

Medici di famiglia: rapidissimo aumento dei casi di influenza - Secondo Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale "c'è stata una rapidissima crescita dell'incidenza di sindrome simil-influenzale, che nell'ultima settimana ha raggiunto i 16 casi per mille assistiti, il valore più alto degli ultimi 15 anni. Questo significa che ogni settimana un medico di famiglia ha circa 100 assistiti che si ammalano, che si traduce in almeno 2-3 chiamate a settimana per ognuno a cui si aggiungono visite e tanta burocrazia. Stiamo praticamente impazzendo". 

Picco non raggiunto - "La crescita dei casi è stata rapidissima e non credo si sia già raggiunto picco", aggiunge Scotti, secondo il quale l'attuale situazione potrebbe perdurare "per settimane" e "si rischia anche di assistere a delle code di influenza tra marzo-aprile, perché i soggetti che hanno contratto l'influenza potrebbero avere una immunità non così stabile e ammalarsi di nuovo a distanza di mesi". 

Influenza molto aggressiva - Si tratta, peraltro, di un'influenza "molto aggressiva, con febbre che supera i 40 gradi e con una forte componente respiratoria", spiega il segretario nazionale della Fimmg. Sono oltre 3,5 milioni, finora, gli italiani finiti a letto per l'influenza, quasi un milione nell'ultima settimana. Scotti evidenzia come vi siano importanti differenze in base all'età, che in qualche modo potrebbero riflettere un diverso ricorso alla vaccinazione. 

L'incidenza - "Nella fascia di età pari o superiore ai 65 anni, quella che più si vaccina, l'incidenza è di 6,44 casi per mille assistiti, che sale a 13,16 nella fascia 15-64 anni, a 29,29 nella fascia 5-14, fino a raggiungere i 50,2 casi tra i bambini sotto i 4 anni". Per Scotti "nella fascia tra i 15 e i 64 anni ci sono molti malati cronici che dovrebbero riflettere sul fatto di recarsi dal medico a vaccinarsi". Per migliorare l'assistenza ai pazienti, la Fimmg chiede "più risorse per la medicina generale, con un finanziamento sul personale di studio che ci liberi dalla burocrazia e ci permetta di avere più tempo da dedicare alla cura".
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