Nuove linee guida Oms sul Covid: sì alle mascherine al chiuso. Paxlovid anche alle donne in gravidanza

Nuove linee guida Oms sul Covid: sì alle mascherine al chiuso. Paxlovid anche alle donne in gravidanza

Ecdc: “Variante Kraken potrebbe diventare predominante in Ue ma rischio su popolazione generale per ora è valutato basso”
Sono 84.076 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia nel bollettino settimanale di ieri con i dati Covid dal 6 al 12 gennaio della Protezione Civile e del ministero della Salute. 
Si registrano, inoltre, altri 576 morti. 
E' in calo il tasso di positività per Covid-19 in Italia nell'ultima settimana: si attesta a quota 11% con una variazione di 4,9 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente quando era al 15,9%.

"Le mascherine continuano a essere uno strumento chiave contro Covid-19". 
Per questo "l'Oms continua a raccomandarne l'uso nella popolazione in situazioni specifiche". E in un aggiornamento diffuso sulle indicazioni relative ai dispositivi di protezione individuale, all'isolamento per i positivi a Covid e alle terapie contro Sars-CoV-2, l'Organizzazione mondiale della sanità specifica che le raccomandazioni sull'utilizzo delle mascherine valgono sempre, in generale, "indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale, data l'attuale diffusione di Covid-19 a livello globale". Invece "in precedenza le raccomandazioni dell'Oms erano basate sul quadro epidemiologico".

"Le mascherine - spiega quindi l'Oms - sono consigliate a seguito di una recente esposizione a Covid " e "quando una persona ha l'infezione o sospetta di averla". 
Sono inoltre raccomandate "quando una persona è ad alto rischio di Covid grave e per chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o scarsamente ventilato". 
"Analogamente a quanto raccomandato in precedenza - si legge ancora nell'update - l'Oms consiglia che ci sono altri casi in cui può essere suggerita la mascherina, sulla base di una valutazione del rischio. I fattori da considerare includono le tendenze epidemiologiche locali o l'aumento dei livelli di ospedalizzazione, i livelli di copertura vaccinale e di immunità nella comunità e il contesto in cui si trovano le persone".

L'Oms riduce i giorni di isolamento per i positivi a Covid: per i contagiati senza sintomi, in particolare, l'Organizzazione mondiale della sanità - così come già disposto in Italia - suggerisce ora 5 giorni di isolamento invece di 10. 
Per gli asintomatici, dopo 5 giorni l'isolamento può finire anche senza tampone di uscita. 
Può invece terminare anche prima in presenza di un test antigenico negativo. Per quanto riguarda i positivi con sintomi, "senza test - si legge nell'aggiornamento - le nuove linee guida suggeriscono 10 giorni di isolamento dalla data di insorgenza dei sintomi, mentre in precedenza l'Oms consigliava 10 giorni di isolamento dall'insorgenza dei sintomi più almeno altri 3 giorni dalla fine dei sintomi". 
Anche in questo caso l'isolamento può terminare in anticipo in presenza di un tampone antigenico negativo.

"L'isolamento delle persone con Covid è un elemento importante per impedire che altri vengano infettati", sottolinea l'Oms, ricordando che l'isolamento può avvenire "a casa o in una struttura dedicata, come un ospedale o una clinica". 
Le evidenze prese in considerazione dal gruppo di esperti incaricato di redigere le indicazioni, precisa l'agenzia Onu per la salute, mostrano che "le persone senza sintomi hanno molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelle con sintomi. 
Sebbene con un livello di certezza molto basso, le prove hanno anche mostrato che le persone con sintomi 'liberate' al giorno 5 dall'insorgenza delle manifestazioni cliniche rischiavano di infettare il triplo delle persone rispetto a quelle che terminavano l'isolamento al giorno 10". 
L'Oms ha infine esteso la sua forte raccomandazione per l'uso di nirmatrelvir-ritonavir (noto anche con il nome commerciale "Paxlovid"). 
Le donne in gravidanza o in allattamento affette da Covid non grave dovrebbero consultare il proprio medico per stabilire se assumere questo farmaco, visti i "probabili benefici" e la mancanza di eventi avversi segnalati.
 L'Oms ha anche rivisto le prove di efficacia di altri due farmaci, sotrovimab e casirivimab-imdevimab, e mantiene forti raccomandazioni contro il loro uso per il trattamento della Covid. 
Questi farmaci anticorpi monoclonali non sono in grado di garantire la sicurezza del paziente. 
Questi farmaci a base di anticorpi monoclonali non hanno o hanno un'attività ridotta contro le varianti del virus attualmente in circolazione. Attualmente esistono 6 opzioni terapeutiche comprovate per i pazienti affetti da Covid, tre delle quali evitano l'ospedalizzazione nelle persone ad alto rischio e tre salvano la vita a coloro che presentano una malattia grave o critica. Ad eccezione dei corticosteroidi, l'accesso ad altri farmaci rimane insoddisfacente a livello globale.

Dal canto suo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) valuta il livello complessivo di rischio per l'Ue/Spazio economico europeo associato alla diffusione della variante Kraken di Sars-CoV-2, sottolignaggio Omicron XBB.1.5, come "basso per la popolazione generale".
 Ma questo rischio viene classificato "da moderato ad alto per le persone vulnerabili come gli anziani e le persone non vaccinate e immunocompromesse", a seconda del loro livello di immunità contro Sars-CoV-2. 
"Esistono diverse lacune di conoscenza su XBB.1.5 - precisa l'Ecdc - e questa valutazione potrebbe cambiare nelle prossime settimane a mano a mano che saranno disponibili ulteriori evidenze". 
Nel frattempo, informa l'ente Ue, "a partire dal 12 gennaio 2023, l'Ecdc ha designato questo sottolignaggio come variante di interesse". 
Si tratta di un sottolignaggio di XBB (ricombinante battezzato Gryphon), che si è evoluto da due precedenti lignaggi di Omicron, con un ulteriore cambiamento nella proteina Spike del virus. È stato rilevato per la prima volta negli Stati Uniti nell'ottobre 2022 e da allora è cresciuto in proporzione nel Paese oltreoceano e in molti Paesi in tutto il mondo, inclusi diversi Stati dell'Ue/See.

Contro il rischio associato alla Kraken, sottovariante Covid XBB.1.5, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) suggerisce, fra le azioni consigliate alle autorità sanitarie pubbliche di Ue e Spazio economico europeo, di "prendere in considerazione interventi limitati nel tempo e non farmacologici come restare a casa in caso di malattia, smart working, uso appropriato di mascherine e buona ventilazione degli spazi interni". 
E' quanto si legge in un documento pubblicato dall'Ecdc sul rischio associato al sottolignaggio Omicron finito sotto i riflettori per la sua avanzata negli Usa. 
L'agenzia raccomanda, inoltre, di "mantenere o potenziare livelli adeguati di test e sequenziamento di Sars-CoV-2, secondo le soglie target indicate dalle linee guida Ecdc/Oms", con una "condivisione tempestiva dei dati; mettere in campo adeguate attività di comunicazione del rischio, rivolte agli operatori sanitari e al pubblico, comprese informazioni sulle opzioni terapeutiche; migliorare l'aderenza tempestiva alla vaccinazione Covid-19, include le dosi di ciclo primario e di richiamo, secondo le linee guida nazionali; seguire le linee guida appropriate per la prevenzione e il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie".
"Al momento non credo che si possa valutare il ritorno delle mascherine e del telelavoro, sarebbe un ritorno indietro e io preferisco guardare avanti. E ad oggi non c'è bisogno di tornare indietro. 
L'Ecdc ha dato una forte raccomandazione per il sequenziamento e a testare i cittadini che vengono da aree ad alto rischio.
 L'Italia ha preso una decisione giusta e l'Europa ci è venuta dietro. 
Se la situazione epidemiologica, cambierà si potrà valutare una raccomandazione per le mascherine ma non a tutti. Io non sono per misure universali, quindi Ffp2 a fragili e anziani se 'Kraken' diventerà preponderante". 
Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova, commenta il documento pubblicato dall'Ecdc sul rischio associato alla sottovariante XBB.1.5 di Sars-CoV-2, battezzata 'Kraken' dai social.

L'Ecdc suggerisce, fra le azioni consigliate alle autorità sanitarie pubbliche di Ue e Spazio economico europeo, di "prendere in considerazione interventi limitati nel tempo e non farmacologici come restare a casa in caso di malattia, telelavoro, uso appropriato di mascherine e buona ventilazione degli spazi interni". 
"Kraken da noi non è ancora così preponderante e dobbiamo giocare d'anticipo - avverte Bassetti - Ma la strategia non è mettere la mascherina o fare il telelavoro ma raccomandare e spingere le persone anziane e fragili a vaccinarsi perché gli anticorpi decadono più velocemente in queste categorie. Il 'tesoretto' - conclude - accumulato nel 2021 è andato bene nel 2022 ma si sta esaurendo e deve essere rimesso in piedi con il richiamo vaccinale".

fonte dottnet  gennaio 2023
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