QUANTO DEVE ESSERE LA PRESSIONE DEL SANGUE DOPO I 70 ANNI?

QUANTO DEVE ESSERE LA PRESSIONE DEL SANGUE DOPO I 70 ANNI?

La pressione arteriosa ideale dopo i 70 anni è un tema molto discusso e deve essere affrontato con assoluto rigore scientifico, perché
da un lato si vuole contrastare la pressione alta (che aumenta il rischio di infarto, ictus e insufficienza renale),
ma dall’altro non si deve nemmeno cadere nell’errore opposto: abbassare troppo la pressione in età avanzata può essere altrettanto pericoloso, soprattutto per il rischio di cadute, sincope, ipoperfusione cerebrale e declino cognitivo.

1   QUANTO AUMENTA CON L’ETÀ?
Contrariamente a quanto spesso si crede, non è affatto “normale” che la pressione arteriosa aumenti con l’età: è frequente, sì, ma non fisiologico.

A dimostrarlo ci sono numerosi studi osservazionali condotti su popolazioni indigene non occidentalizzate, come gli Yanomami dell’Amazzonia o i Tsimané della Bolivia. 
In questi gruppi di cacciatori-raccoglitori, che seguono una dieta priva di alimenti ultra-processati, ricca di fibre, potassio e poverissima di sodio, la pressione arteriosa rimane stabile per tutta la vita, anche oltre i 70 anni.

Nessun aumento progressivo con l’età, nessun picco di ipertensione senile.

Questo indica chiaramente che l’aumento della pressione con l’età, tipico delle società industrializzate, non è dovuto a un processo biologico inevitabile, ma piuttosto a fattori ambientali e comportamentali:

  • eccessivo consumo di sale,
  • sedentarietà,
  • obesità,
  • stress cronico.
In altre parole, l’ipertensione non è “scritta nel destino” dell’invecchiamento, ma è una malattia evitabile.

2  I VALORI IDEALI
Alla luce delle evidenze descritte, l’ideale teorico per la pressione arteriosa nell’anziano (o diciamo nel diversamente giovane…) in assenza di patologie e in condizioni ambientali e dietetiche ottimali è sostanzialmente paragonabile a quello del giovane adulto sano:

  • Pressione massima inferiore a 120
  • Pressione minima inferiore a 80
  • Attenzione a non confondere “ideale teorico” con “obiettivo clinico”
Negli anziani della società moderna, spesso con arterie irrigidite, comorbidità (come diabete, scompenso cardiaco, patologie renali) e una diversa storia nutrizionale e metabolica, questi valori non sono sempre realistici o desiderabili come target terapeutico (ovvero con l’assunzione di farmaci), perché:

  • Pressioni troppo basse possono causare cadute, ipoperfusione cerebrale, sincope; 
  • Alcuni pazienti non tollerano una riduzione aggressiva della pressione.
Quindi, in clinica si mira spesso a valori meno stringenti, ma comunque protettivi.

3  QUANDO SI INIZIA LA TERAPIA
Da un punto di vista generale secondo le Linee guida ESC/ESH 2018, la terapia antipertensiva dovrebbe essere iniziata nei soggetti di età superiore ai 70 anni quando la pressione massima è pari o supera il valore di 140 mmHg, purché il trattamento sia ben tollerato.

Nei pazienti molto anziani (oltre gli 80 anni), la decisione deve basarsi sullo stato funzionale complessivo e sulla tollerabilità del trattamento, evitando approcci troppo aggressivi nei soggetti fragili o con comorbidità multiple.

4   I VALORI DA RAGGIUNGERE
Una volta avviato il trattamento, l’obiettivo pressorio da perseguire nei pazienti anziani è generalmente una pressione sistolica compresa tra 130 e 139 mmHg, a condizione che venga ben tollerata. 
Questo intervallo rappresenta il compromesso ottimale tra riduzione del rischio cardiovascolare e sicurezza del trattamento. 
Non è raccomandato scendere al di sotto dei 130 mmHg nei pazienti molto anziani, né ridurre la pressione diastolica sotto i 70–80 mmHg, per evitare rischi di ipoperfusione, in particolare a livello cerebrale e renale. 
Le linee guida pongono l’accento sull’individualizzazione della terapia: l’età cronologica non deve essere l’unico criterio decisionale, ma è fondamentale considerare anche fragilità, autonomia funzionale e tolleranza individuale al trattamento.

Ad esempio negli anziani fragili (cadute ricorrenti, sarcopenia, demenza, ipotensione ortostatica), un approccio più “conservativo” è indicato: meglio tollerare pressioni un po’ più alte, piuttosto che provocare pericolosi episodi di ipotensione.


fonte  https://healthy.thewom.it/
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