Meno sonno, meno vita: l’impatto invisibile dell’insonnia cronica
11 Novembre 2025 Marzia Caposio; by: Popular Science
Sono circa 13 milioni gli italiani che soffrono di insonnia. Di questi più del 60% è donna ma solo 2 su 5 riconoscono di soffrire di questo disturbo. Patologia sottostimata, serve riconoscerla in tempo. Il punto sull’insonnia cronica durante una conferenza stampa organizzata da Idorsia a margine del 50° Congresso Nazionale SIP che si è tenuto a Bari dal 5 all’8 novembre scorso.
L’insonnia cronica ha un volto prevalentemente femminile. È una condizione che accompagna, spesso in silenzio, la vita di milioni di donne italiane, interferendo con la loro salute fisica, mentale e sociale. Come evidenziato da una recente indagine condotta da Idorsia su un campione di 200 donne italiane di età compresa tra i 40 e i 60 anni, l’insonnia è un fenomeno diffuso ma, ancora poco riconosciuto. Le partecipanti hanno riferito una difficoltà di sonno in media per cinque notti a settimana, che si protrae da oltre sei anni: un pattern che, secondo i criteri del DSM-V, rientra nel disturbo di insonnia cronica. Eppure, per una diagnosi di insonnia cronica basta soffrire di disturbi del sonno almeno tre volte a settimana per tre mesi.
Nonostante ciò, solo due donne su cinque sono consapevoli di soffrirne realmente, segno di una percezione ancora limitata del problema. Il 68% delle intervistate si dichiara insoddisfatta della qualità del proprio sonno, e il 62% afferma che le difficoltà notturne interferiscono con la vita quotidiana. L’impatto del disturbo è rilevante su molteplici aspetti della vita: il 72% riporta conseguenze sulla salute mentale e sull’umore, il 66% sulla capacità di concentrazione e di rendimento lavorativo, il 58% sul benessere fisico generale, e una donna su tre (33%) segnala effetti negativi sulle relazioni familiari e sociali.
“L’insonnia cronica è una condizione clinica vera e propria, non un disagio passeggero o un effetto collaterale dello stress”, ha detto Amedeo Soldi, direttore medico di Idorsia Italia. «È importante imparare a distinguere un disturbo temporaneo da una condizione cronica, perché solo attraverso una diagnosi corretta si può intervenire in modo efficace. Dobbiamo aiutare le donne a capire che convivere con la stanchezza non è normale, che è una patologia che impatta sulle 24 ore e, conseguentemente, su tutte le sfere della loro vita”, ha proseguito Soldi. “Restituire dignità al sonno significa restituire salute e qualità della vita e per fare questo serve che l’insonnia cronica sia riconosciuta come una patologia a sé stante”.