Sul perché il trapianto di testa non è possibile
Sul perché il trapianto di testa non è possibile
L'annuncio di Canavero rinnova il dibattito
Trapiantare una testa su un altro corpo. Alcuni scienziati cinesi hanno pubblicato sulla rivista Cns Neuroscience & Therapeutics i risultati di una sperimentazione su modello
Sulla rivista Surgical Neurology International il chirurgo descrive in sintesi le tappe che permetteranno ai medici di trapiantare una testa su un nuovo corpo. Si parte dal congelamento del cranio del destinatario e della salma del donatore per prolungare la sopravvivenza delle cellule senza ossigeno. I chirurghi sezionano il tessuto intorno al collo e i principali vasi sanguigni collegati con dei tubicini. La testa viene quindi spostata sul corpo del donatore e le due estremità del midollo spinale vengono fuse insieme.murino.
Il team diretto dal chirurgo Xiao-Ping Ren della Harbin Medical University ha annunciato di aver portato a compimento il trapianto di testa su un topo stabilendo un sistema di circolazione incrociata fra donatore e ricevente e legando con un sistema ad hoc le carotidi e le vene giugulari, un metodo che consentirebbe di conservare le funzioni neurologiche.
“I nostri risultati sono incoraggianti. Il metodo sperimentale che abbiamo descritto consente una sopravvivenza a lungo termine e una gestione del rischio di rigetto, portandoci più vicini all'intervento sull'uomo".
Per questo obiettivo, in realtà, è un medico italiano, il dott. Sergio Canavero, direttore del Gruppo avanzato di neuromodulazione di Torino, ad essere al centro delle cronache scientifiche mondiali per aver annunciato la possibilità del trapianto di testa nel giro di due anni.
I neurochirurghi italiani, tuttavia, sono – per usare un eufemismo – scettici riguardo il progetto del dott. Canavero, che peraltro aveva fatto lo stesso annuncio due anni fa, assicurando entro 2 anni – cioè entro quest'anno – il primo tentativo.
Di seguito la nota della Società italiana di neurochirurgia che affronta i termini della questione.
“Si tratta di una modalità inappropriata di fare scienza e di diffondere progettualità – eticamente discutibili – prive di basi scientifiche. Il metodo scientifico richiede una sperimentazione per gradi, documentata e metodicamente riproducibile, rifuggendo da personalismi e protagonismi che a tutto mirano, meno che al miglioramento della salute e delle prospettive dei pazienti.
Le proposte del dott. Canavero, al momento teoriche, si basano sugli esperimenti del 1970 – falliti - del dr. Robert White; la sua scimmia “rigettò” letteralmente la testa trapiantata, ma soprattutto non mostrò alcuna ripresa motoria o sensitiva. E se è vero che a distanza di 45 anni i progressi dell’immunosoppressione nei trapianti hanno fatto grandi passi, ben poco – purtroppo – è stato ottenuto nel campo della rigenerazione nervosa; in altre parole il midollo spinale sezionato, anche sperimentalmente e con “nanotecnologie”, ancora nel 2015 non riacquista la sua funzionalità. Questa è la verità, cruda e pura. E se esiste anche un solo “uomo di scienza” che riesce a ricostituire la funzione midollare, cioè a far camminare i paraplegici, per favore lo dica subito. I nostri centri di riabilitazione sono pieni di pazienti sulla sedia a rotelle – se non peggio – assetati di scienza innovativa. Non di illusori scoop mediatici.
La Neurochirurgia coincide con l’innovazione; tutte le proposte scientifiche appropriate devono essere considerate, senza pregiudizi o preclusioni; i nostri neurochirurghi sono stimati e valutati in tutto il mondo per questo. Le ricerche italiane nel campo del trauma cranico, dell’utilizzo di tecniche innovative per l’idrocefalo e del trattamento dei tumori cerebrali sono apprezzate in tutto il mondo. Un neurochirurgo italiano 30 anni fa ha cambiato la vita di migliaia di pazienti, inventando una nuova tecnica di chiusura degli aneurismi cerebrali dall’interno, senza craniotomia.
La ricerca è una cosa seria, fatta di studio, di applicazione metodica e di risultati graduali; i nostri pazienti hanno bisogno di punti fermi e non di false speranza. A oggi il trapianto di testa, anzi il trapianto di corpo, non è tecnicamente possibile perché tecnicamente non è stato risolto il problema della ripresa della funzione midollare. Se pure il paziente vivesse più a lungo della povera scimmia di White, a tutt’oggi la sua testa non riuscirebbe a far muovere il corpo”.